Il sensazionalismo mediatico gioca brutti scherzi. Cerchiamo di non
perdere il senso della realtà, o almeno il senso del ridicolo. Restiamo ai
fatti. Se i fatti non sono chiari, partiamo dalle cifre.
Angela Merkel ha perso 8 punti, i liberali sono aumentati di 5 punti. E
dunque? Non mi pare un evento tragico, né drammatico. Anche i socialdemocratici
sono calati fino al 20%, però restano il secondo partito della Germania. La grande
maggioranza dei tedeschi vota partiti moderati come la Cdu-Csu, la Spd, i
liberali, forse anche una parte dei Verdi. L’estrema destra ha avuto un
successo limitato, che non va sottovalutato, ma neppure esagerato: si è fermata
al 12,6%. Non mi sembra una percentuale astronomica. (Poi ci torno)
La Merkel ha ottenuto il suo quarto mandato, anche se ora governare sarà
molto più difficile. Sarà complicato fare convivere al governo i liberali e i
verdi. Questo è un problema, non una catastrofe.
L’annuncio di voler accogliere un milione di profughi siriani, due
anni fa, è stato un errore. Merkel ha cercato di rimediare, chiudendo le
frontiere, ma non è bastato. Anche le
politiche europee devono essere sembrate troppo lassiste al tedesco medio, infatti
il giovane leader dei Liberali ha avuto buon gioco nel dire che la Germania “non
vuole pagare all’Italia i danni causati da Silvio Berlusconi”.
Un quadro difficile, ma tutto sommato normale. A fronte di tutto ciò, sono
volate per aria parole altisonanti quali “xenofobia”, “islamofobia” e
addirittura “nazismo”. Andiamo con ordine.
Punto primo. La questione dell’immigrazione di massa nei paesi sviluppati
“esiste”. Non è un’invenzione di conservatori e reazionari. E’ invece uno dei
grandi problemi del nostro tempo, difficile da gestire, impossibile da
risolvere. E’ lecito chiedere che tale questione venga affrontata con determinazione,
senza essere per questo accusati di “xenofobia”?
Punto secondo. Sempre a proposito di immigrazione, esiste un “problema
nel problema”: l’immigrazione islamica. Di nuovo, è lecito affermare che l’Islam
è una delle principali cause - certo non l’unica - della spaventosa
arretratezza storica, economica, sociale, culturale e civile del mondo arabo e musulmano?
E’ lecito affermare che l’Islam è sostanzialmente incompatibile con la democrazia
liberale, con la laicità, con le libertà individuali della donna e dell’uomo
che sono a fondamento della civiltà occidentale? E’ lecito affermare di non
volere la sharìa nelle periferie (per ora) delle città europee? E’ lecito
affermare tutto ciò, senza essere tacciati di “islamofobia”?
Ho capito: l’islamofobia rappresenta oggi quello che era stato l’anticomunismo
“viscerale” fra il ’45 e l’89: lo stigma di un’arretratezza culturale. Poi però
si è capito che il problema esisteva, e che era il comunismo, non i suoi
oppositori. Lo stesso vale oggi per l’Islam. Diciamolo senza ipocrisie.
Veniamo infine al terzo punto: i “nazisti”. A me sembra di ricordare
che i nazisti mandarono gli omosessuali nei campi di stermino, o sbaglio? Ora
si presenta un movimento di destra, che certo può non piacere – a me non piace
affatto – che però è guidato da una donna dichiaratamente lesbica, sposata con
un’altra donna che le ha dato due figli tramite inseminazione eterologa. Nazisti?
C’è qualcosa che non quadra. A me sembra di ricordare anche che i nazisti
fossero dotati di un’organizzazione paramilitare che perpetrò un’ondata di arbitri
e violenze indicibili, durante la Repubblica di Weimar. Quelli della AfD, fino
a oggi, non hanno torto un capello a nessuno. Sarebbero questi, i nazisti?
La realtà è più semplice: quando la Merkel si è – perdonate la
banalità – spostata al centro, è normale che si sia creato un vuoto sulla
destra e che questo vuoto sia stato occupato da qualcuno. E allora…?
La Germania rimane nelle mani di Angela Merkel, che nel prossimo
futuro avrà difficoltà maggiori. Dovrà contenere l’immigrazione, riassorbire la
protesta, trattare in Europa, e soprattutto preparare la successione. Cioè sarà
costretta a mediare: questa è la vera notizia. Ma mi rendo conto che è poco “notiziabile”,
per i professionisti del sensazionalismo, i quali, se i fatti sensazionali non
accadono, devono inventarli.