venerdì 10 maggio 2019

"Pseudo", di Romain Gary


Nel 1976, al netto di ogni successivo retroscena, “Pseudo” appare alla critica come un libro un po’ troppo originale, forse persino strambo. Emile Ajar, misterioso pseudonimo, in precedenza ha già dato alla luce due romanzi, “Mio caro pitone” e “La vita davanti a sé”, quest’ultimo coronato da grande successo e vincitore del Premio Goncourt l’anno prima. Successivamente, dietro allo pseudonimo di Ajar si palesa un giovane sconosciuto, Paul Pavlowitch, scrittore nevroticissimo ma promettente. Piccola curiosità, Pavlowitch è figlio di una cugina di Romain Gary, vecchia gloria della letteratura francese, avviato a un malinconico tramonto. (...)
Per sottolineare il suo sofisticato doppio gioco, Gary avrebbe voluto intitolare il romanzo “Pseudo pseudo”, ma questo si verrà a sapere solo dopo il suicidio, nel 1980, quando fra le sue carte verrà ritrovato il sarcastico “Vita e morte di Emile Ajar”, in cui egli racconterà tutti i trucchi del mestiere. Per chi ama Gary, per chi ha seguito il suo straordinario percorso letterario ed esistenziale, Pseudo è un libro autoironico, leggiadro, imperdibile.
A questo link, la recensione integrale di "Pseudo" (Neri Pozza) pubblicata sul quotidiano il Foglio di mercoledì 8 maggio.
https://www.ilfoglio.it/una-fogliata-di-libri/2019/05/08/news/pseudo-253469/

martedì 7 maggio 2019

"George Eliot e la nascita dello Stato ebraico", di Elia Boccara

"Nel bicentenario della nascita, Giuntina rende omaggio - con un’edizione di gran pregio - a George Eliot, (pseudonimo di Mary Anne Evans, 1819 – 1880) una delle maggiori scrittrici inglesi del XIX secolo, autrice fra l’altro del capolavoro “Daniel Deronda” e straordinaria anticipatrice del sionismo. (...)
"Boccara ripercorre la biografia e le opere di una donna colta e anticonformista, capace di convivere more uxorio con un uomo nel bel mezzo dell’Inghilterra vittoriana, poi si concentra sull’ultimo romanzo, considerato una tappa fondamentale nel processo di risorgimento nazionale del popolo ebraico. (...)
"Daniel Deronda è un romanzo-fiume che uscì a puntate nel 1876 (meritoriamente ripubblicato in Italia lo scorso anno da Fazi) .... Il protagonista, figlio adottivo, scopre le sue origini ebraiche, sposa un’ebrea e decide di trasferirsi in Palestina, con la missione di concorrere alla fondazione di uno Stato nazionale, affinché anche gli ebrei abbiano un giorno il loro focolare domestico, “come gli inglesi”. (...)
"Ha scritto il critico K.M. Newton: “Se si chiedesse a qualcuno di votare per il lavoro letterario che ha avuto il più grande effetto sul mondo (…) allora Daniel Deronda dovrebbe essere uno dei più importanti contendenti. Un argomento potrebbe essere che, senza quel libro, lo Stato di Israele avrebbe potuto non esistere".
A questo link, la mia recensione completa del libro, pubblicata dal quotidiano Il Foglio di stamane e ripresa dalla testata on-line Informazione Corretta.