sabato 28 aprile 2018

"Sionisti cristiani in Europa", di Elia Boccara

Nella lunga storia dell’antigiudaismo cristiano vi sono delle eccezioni. Grande è il merito di Elia Boccara, per avere assemblato questa bella antologia di letterati, ecclesiastici, filosofi, romanzieri, patrioti della vasta “area cristiana”, che attraverso gli scritti e le azioni, “dal Seicento alla nascita dello Stato d’Israele”, non solo hanno preso le difese degli ebrei in contesti difficili, ma hanno anche in qualche modo preconizzato, e a volte promosso, la creazione di uno Stato ebraico in Palestina. (...)
“Jean Racine ha voluto dare degli ebrei l’immagine di un popolo gentile e vittima di odiosi preconcetti – scrive Boccara – che vanno ben oltre le differenze religiose. Egli aveva capito benissimo cosa fosse l’antisemitismo, vocabolo coniato nell’Ottocento, ma che riguarda un sentimento che risale a tempi immemorabili”. (...)
Jean-Jacques Rousseau prende le difese degli ebrei con argomenti tipicamente illuministici: “Non crederei mai di avere ben capito le ragioni degli ebrei senza che abbiano uno Stato libero, delle scuole, delle università, dove possano parlare e disputare senza correre rischi”. (...)
Nell’Inghilterra vittoriana brilla la stella letteraria di George Eliot, pseudonimo della scrittrice Mary Hann Evans. Nel romanzo Daniel Deronda (1876) il protagonista è un figlio adottivo, che dopo infinite peripezie, e dopo aver compreso appieno la sofferenza degli ebrei della diaspora, scopre di essere uno di loro. (...)
Ventun anni prima della pubblicazione di Der Judenstaat, di Hertzl, quarantuno prima della dichiarazione Balfour, settantadue anni prima della Dichiarazione di Indipendenza di Israele, Mary Hann Evans anticipa e predice l’avvenire. (...)

A questo link, la mia recensione completa di "Sionisti cristiani in Europa", di Elia Boccara (Giuntina) pubblicata sul quotidiano Il Foglio di mercoledì 25 aprile.
https://www.ilfoglio.it/libri/2018/04/26/news/sionisti-cristiani-in-europa-191405/

giovedì 26 aprile 2018

"Autunno tedesco", di Stig Dagermann

Ottobre 1946. (...) Stig Dagermann ha appena 23 anni e si è già imposto all’attenzione della critica per lo straordinario talento letterario. Poeta, intellettuale anarchico e antimilitarista, è un giovane uomo dall’animo acuto e sensibile. Morirà suicida nel 1954, a soli 31 anni.
In Autunno tedesco, Dagermann descrive i bambini delle cantine, che al mattino scendono dal letto con l’acqua gelata alle caviglie, per andare a scuola; osserva le ragazze bionde che a fatica reggono in piedi i soldati americani ubriachi, ai quali si prostituiscono; denuncia l’abuso, nei commentatori, del termine “indescrivibile”: “Non sarebbe poi così fuori luogo descrivere i sentimenti che prova la madre di quei tre bambini affamati, quando le chiedono perché non si trucca anche lei come la zia Schultze, così da avere cioccolato, conserve e sigarette da un soldato alleato”. (...)
I valori dell’Occidente, ricorda Dagermann, “consistono nel rispetto della persona anche se questa persona si mostra indegna della nostra simpatia, e nella compassione, ovvero nella capacità di reagire di fronte al dolore, sia esso meritato o immeritato”. (...)

A questo link, la mia recensione completa di "Autunno tedesco" (Iperborea) pubblicata sul quotidiano Il Foglio di mercoledì 25 aprile.
https://www.ilfoglio.it/una-fogliata-di-libri/2018/04/25/news/autunno-tedesco-stig-dagerman-una-fogliata-di-libri-191303/

giovedì 12 aprile 2018

"Camminare", di Thomas Bernhard

Pubblicato nel 1971, ma tradotto in italiano per la prima volta quest’anno, “Camminare” è un romanzo breve, contorto come la mente dei suoi protagonisti, tutto incentrato sui temi tipici e ricorrenti nella produzione letteraria di Thomas Bernhard, quali la nevrosi, il male di vivere, la pazzia, il suicidio.
Proprio come il suicidio del protagonista ne “Il soccombente” – uno dei più noti capolavori dello scrittore austriaco -  così la pazzia di Karrer, in questo “Camminare”, viene annunciata dall’autore nelle prime righe del romanzo. (...)
 “La storia è una menzogna storica, sostengo, dice Oehler (…) La storia non è possibile perché l’intelletto non è possibile (…) Nessuno vuole avere la sua vita, dice Oehler, ognuno si è fatto una ragione della sua vita, ma volerla avere, questo no (…) Senza dubbio, dice Oehler, Karrer è impazzito all’apice del suo pensiero”.
Insomma “l’esistenza è errore”, fa dire Bernhard al suo tormentato personaggio, poiché “le circostanze sono tutto, noi non siamo nulla”.

A questo link, la mia recensione integrale di "Camminare", pubblicata sul quotidiano Il Foglio di ieri.
https://www.ilfoglio.it/una-fogliata-di-libri/2018/04/11/news/camminare-thomas-bernhard-una-fogliata-di-libri-188630/