LITTA CONTINUA
Il blog di Alessandro Litta Modignani
lunedì 28 novembre 2016
Temono la "deriva autoritaria", inneggiano a Castro
Cuba. Penso a tutti quei poveri ragazzi innocenti fatti fucilare da Che Guevara, quello della "Querida Presencia" e del suo "Amòr Revolucionario". Penso a tutti gli oppositori perseguitati, incarcerati, condannati a morte e fucilati, oppure morti di stenti nelle condizioni più disumane. Penso agli omosessuali perseguitati. Agli intellettuali oppressi e tormentati, ai quali è stata resa la vita impossibile. A una dittatura soffocante, asfissiante, invasiva. Comunista appunto.
Un solo governo, dal 1960 a oggi
. Un dittatore che cede il potere al fratello, come se fosse una cosa "sua", e un partito unico che è insieme Stato e mafia. A tacere di quello che hanno fatto i militari cubani in Africa, negli anni '70, al servizio dell'Unione sovietica. Guerre, stragi, violenze a supporto dei peggiori dittatori, i più sanguinari, purché alleati di Mosca. Questo è Cuba, per chi ha voglia di vedere.
Questo è stato il comunismo cubano. Adesso Castro è morto, la dittatura castrista è al tramonto. Io spero che crolli definitivamente e che i cubani possano finalmente scegliersi un governo con libere elezioni, libertà di stampa, libertà di associazione, libertà di circolazione, libertà di manifestazione, libertà economica e commerciale, multipartitismo. Questo spero: si chiama "democrazia".
Dopo la morte del dittatore, aspetto la morte della dittatura
.
Una dittatura "comunista"
, senza bisogno di ulteriori specificazioni. Coloro invece che compiangono Fidel Casto (salvo indignarsi perché "Renzi occupa la Rai" e temono la "deriva autoritaria" perché la riforma costituzionale porterebbe"un uomo solo al comando") coloro che inneggiano alla dittatura e sono nostalgici del comunismo, abbiano la compiacenza di levarsi dai piedi. Non ho intenzione di discutere con loro, non sono interessato alla loro "amicizia", in nessun caso e in nessun ambito.
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