“Per
noi Stilfs non è, come si è detto, un luogo ideale, bensì micidiale. La nostra
esistenza è un’esistenza micidiale (…) Per tutti, è sempre stato la
quintessenza del silenzio e del raccoglimento, mentre in realtà non è mai stato
altro che un covo ad alta quota di ottusità e imbecillità, un centro di imbecillità culturale”.
Anche
in questi tre racconti, il primo dei quali dà il titolo al volume, Thomas
Bernhard tratta dei temi ricorrenti, a lui da sempre congeniali, quali la
nevrosi, la malattia mentale, il suicidio. (...)
Le
parole di Midland sono disturbanti e la sua presenza a Stilfs risulta deleteria:
“Se oggi tutto è anacronismo, come ha detto l’Inglese ieri, Stilfs dev’essere
un anacronismo ben grande! Sarebbe logico, sarebbe coerente che noi ci
suicidassimo senza indugiare, perché l’unica coerenza ancora possibile per noi,
oggi, è quella di suicidarci”. (...)
A questo link, la recensione completa di "Midland a Stilfs", di Thomas Bernhard (Adelphi) pubblicata sul quotidiano Il Foglio di mercoledì 15 luglio.
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