Israele non è razzista
Le dichiarazioni pubblicate il 2 ottobre di Moni Ovadia su Israele
(intervista rilasciata a Giuseppina Manin) sono letteralmente “vergognose”:
suscitano vergogna. Il muro in Israele non è stato costruito per “tenere fuori
i palestinesi”, come sostiene Ovadia, ma per impedire l’ingresso ai kamikaze
che si fanno esplodere uccidendo civili innocenti (arabo-musulmani compresi).
Gli israeliani non se la prendono con i “palestinesi inermi”, ma solo con gli
aggressori che mirano a una Palestina “Judenfrei”. Israele non è affatto
razzista, poiché vi convivono varie minoranze di etnia, religione e lingue le
più diverse. Ovadia è liberissimo di lasciare la comunità ebraica, ma non di
stravolgere la storia, la geografia, la cronaca e la
verità dei fatti.
Alessandro Litta Modignani, presidente dell’Associazione milanese pro
Israele
E’ vero che il muro è stato costruito “per impedire l’ingresso ai kamikaze che si fanno esplodere uccidendo civili innocenti…”
RispondiEliminaMa purtroppo è altrettanto vero che, come dice Moni Ovadia, il muro, originariamente previsto sulla cosiddetta linea verde (il confine fra Israele e Cisgiordania sancito dagli accordi di Oslo del 1995), entra per decine di chilometri in territorio palestinese incorporando numerosi insediamenti israeliani, abusivi per il diritto internazionale, fonti d’acqua, ed un ampissimo territorio adiacente a Gerusalemme, trasformato in quartieri della città, sempre abusivi per il diritto internazionale.
Franco Isman