venerdì 9 novembre 2018

"Sangue infetto", di Michele De Lucia

La dolorosa e tragica vicenda del “sangue infetto” - cioè della diffusione di sangue e plasma contaminati dai virus dell’Hiv e dell’Epatite C - esplosa in Italia a metà degli anni Novanta, è rivisitata con rigore scientifico e onestà intellettuale da Michele De Lucia, giornalista e saggista con una lunga militanza radicale alle spalle. (...)
 I fatti dunque dimostrano che l’infezione non era evitabile, spiega l’autore; al massimo si sarebbe potuto – con il senno di poi e in minima parte – ridurne la portata. (...)
 Il caso giudiziario esplode in Italia proprio nel ‘95, nel pieno del clima creato da Mani Pulite, mentre imperversa una disinformazione di forte impatto emotivo. La cronaca è viziata da una impostazione scandalistica e ideologica, ma in realtà il “sangue infetto” non ha nulla a che vedere con la “tangentopoli dei farmaci” di quel periodo. (...)
La nostra amministrazione semmai è colpevole per l’estrema lentezza della burocrazia e per la proverbiale inefficienza e inerzia della sanità pubblica: “La misura della bancarotta del sistema Italia è data dagli 11 anni impiegati per arrivare al primo Piano nazionale del sangue (…) e dai 23 anni intercorsi tra la Legge del sangue del ’67 e la riforma del ’90”. (...)

A questo link, la mia recensione completa di "Sangue infetto", di Michele De Lucia (Mimesis) pubblicata sul quotidiano Il Foglio qualche settimana fa e da ieri anche on line.

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