I fatti dunque dimostrano che l’infezione non era evitabile, spiega l’autore; al massimo si sarebbe potuto – con il senno di poi e in minima parte – ridurne la portata. (...)
Il caso giudiziario esplode in Italia proprio nel ‘95, nel pieno del clima creato da Mani Pulite, mentre imperversa una disinformazione di forte impatto emotivo. La cronaca è viziata da una impostazione scandalistica e ideologica, ma in realtà il “sangue infetto” non ha nulla a che vedere con la “tangentopoli dei farmaci” di quel periodo. (...)
La nostra amministrazione semmai è colpevole per l’estrema lentezza
della burocrazia e per la proverbiale inefficienza e inerzia della sanità
pubblica: “La misura della bancarotta del sistema Italia è data dagli 11 anni
impiegati per arrivare al primo Piano nazionale del sangue (…) e dai 23 anni
intercorsi tra la Legge del sangue del ’67 e la riforma del ’90”. (...)
A questo link, la mia recensione completa di "Sangue infetto", di Michele De Lucia (Mimesis) pubblicata sul quotidiano Il Foglio qualche settimana fa e da ieri anche on line.
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