Ieri sera,
al teatro Franco Parenti di Milano, è andata in scena una rappresentazione edulcorata,
sostanzialmente falsa, della realtà. So di dare un grande dispiacere al mio caro
amico Gabriele Nissim, al quale sono affezionatissimo, ma voglio ribadire fermamente
che i buoni propositi e i buoni sentimenti non bastano. Anzi, a volte sono
ingannevoli o addirittura controproducenti, e ci portano su una strada
sbagliata e pericolosa.
Il tema era “La
battaglia culturale contro il terrorismo fondamentalista”. Il sociologo
francese Olivier Roy, che ha studiato i casi dei circa 150 terroristi “conclamati”
di questi ultimi anni, è giunto alla conclusione che costoro avevano ben scarse
basi culturali e religiose. E’ stato citato l’esempio emblematico dei due
fratelli che, nel quartiere belga di Moellenbeck, gestivano un bar nel quale “vendevano
birra sul banco e hashish sotto il banco” e che avevano ricevuto scarsa o nessuna
educazione musulmana. Erano soggetti socialmente “deboli” e non integrati. Ma
questo, gentile professore, non dimostra nulla. Sono i mandanti delle stragi, LORO,
che hanno agito in base a motivazioni e finalità politico-religiose di stampo
terrorista. Questa, è la vera matrice del terrorismo islamista che insanguina
oggi l’Europa. E sui mandanti, il professor Roy non ha potuto svolgere nessuna
inchiesta sociologica, visto che sono tuttora sconosciuti e impuniti.
Dunque la
soluzione proposta da Roy, di costruire “tante moschee veramente aperte alla
società”, per educare allo spirito del “vero Islam” (quale?) e realizzare così
una “reale integrazione” dei giovani musulmani, suona masochistica e beffarda.
Non si può
negare a nessuno la libertà di professare la propria religione, ci mancherebbe;
ma non si può nemmeno pretendere che le democrazie collaborino con disinvoltura
alla propria distruzione, in nome del rispetto di un diritto astratto, che si
traduce in un attacco mortale e concreto alla libera convivenza.
Altrettanto
non condivisibile è stato l’intervento di Alberto Negri, giornalista de Il Sole–24
Ore, che ha ripreso il solito ritornello sulle storiche “responsabilità dell’Occidente”:
gli Amerikani cattivoni, l’imperialismo, il colonialismo eccetera. Almeno
stavolta ci sono state risparmiate le Crociate. Resta il fatto
incontrovertibile, caro Negri, che le guerre attuali – costate centinaia e
centinaia di migliaia morti – hanno avuto per teatro la Libia, la Siria, il
Libano, l’Iraq: tutti paesi che hanno scontato CINQUE SECOLI di dominazione
ottomana. Come la mettiamo? Non era forse una dominazione musulmana, che nulla
aveva a che fare con il colonialismo, l’imperialismo, il capitalismo occidentale?
Oppure tu pensi, esimio collega, che alcune barbarie abbiano una valenza particolare,
e altre nessuna…? Che fine hanno fatto, tanto per dire, i cristiani d’Oriente?
Ecco una buona domanda che laici e cristiani di Occidente dovrebbero porsi.
E’ giusto
guardare al passato, per capire il presente. E’ giusto riconoscere le proprie
colpe: con il colonialismo forse abbiamo toccato il fondo dell’Abisso. Ma di
fronte alla minaccia attuale, l’unica domanda che è lecito porsi è: come possiamo
difenderci? Difenderci dai nemici reali e non da quelli immaginari; difenderci
con razionalità ed efficacia, e non in base a istinti primordiali e incontrollati;
difenderci con determinazione e senso della misura, preservando lo stato di
diritto ed evitando vittime innocenti.
Ma occorre
difendersi. Altrimenti ci si rende complici, per inconsapevolezza e autolesionismo,
del grande suicidio collettivo dell’Occidente liberale.
Assolutamente d'accordo! Il mediterraneo ed il medio oriente sono stati dal 700 dc il teatro di una storia di violenza e sopraffazione da parte dell'islam. Sono arrivati a Parigi e Vienna, hanno saccheggiato tutti i centri di cultura cristiana dal Vaticano a Montecassino! Dove hanno governato hanno provocato arretratezza e miseria! Sono stufo dell'autolesionismo occidentale e cristiano, compreso questo papa inqualificabile!
RispondiElimina