Se negli
ultimi tempi ho molto trascurato questo blog, è stato per un motivo preciso: ho
dedicato tutto o quasi il mio tempo alla nascita di una nuova, grande
associazione a sostegno di Israele a Milano.
Il congresso
di fondazione di questa aggregazione si terrà questa sera, lunedì 6 febbraio alle
ore 21, presso il Teatro Franco Parenti di Milano (via Pierlombardo 14, Sala “Cafè
Rouge”).
Ho preso l’impegno
con alcuni amici, e giurato a me stesso, che ne avrei assunto la guida solo se
fossi riuscito a raggiungere la soglia simbolica dei 100 iscritti. Questo
obiettivo, che non è solo quantitativo, è stato superato di slancio proprio negli
ultimi giorni. Gli amici di Israele a Milano hanno dunque raccolto la sfida in
poco più di un mese (se si tiene conto della parentesi natalizia). E’ un
traguardo importante, che mi carica di responsabilità: si tratta di una delle
più grandi associazioni pro Israele in Italia e di gran lunga la più numerosa a
Milano, dove pure operano attivamente altri gruppi.
La nostra
Associazione Milanese Pro Israele sarà innanzitutto laica, aperta a tutti e
politicamente trasversale. Nasce composta in maggioranza da non ebrei e anche
questo è un buon segnale: triste il giorno in cui gli ebrei saranno lasciati
soli a difendere Israele, l’unica democrazia del Medio Oriente, il solo
fazzoletto di terra in quell'area dove siano rispettati i diritti dell'individuo.
Oggi, come
sempre, Israele vive in una condizione di minaccia incombente. E’ insidiato dal
nazionalismo arabo, dal fondamentalismo islamico, dal fanatismo terrorista.
Mantiene un trattato di pace con l’Egitto (ma ci è mancato poco…) e con la
Giordania, mentre resta sotto il tiro dei razzi di Hamas, dei missili di
Hezbollah, per non parlare della incognita mortale del nucleare iraniano. “Un
mondo senza sionismo” è ancora il sogno di molti, perciò noi abbiamo il dovere
civile e morale di contrastarlo. In Europa, Israele è sottoposto alla pressione
della ingiusta e dissennata campagna “BDS” (Boycott, Divestment, Sanctions) lautamente
finanziata da alcuni potenti Stati arabi, odiosa al punto da evocare ben altre discriminazioni
e ingiustizie patite dal popolo ebraico nel corso del Novecento.
Noi
racconteremo un Israele diverso: democratico, pluralista, tollerante, culturalmente vivace ed
economicamente dinamico, meraviglioso da visitare, in cui è bello vivere. Cercheremo
di descrivere la realtà e di restituire alla verità il primato che le spetta. E
discuteremo di pace, per quanto evanescente, vaga e vana possa suonare oggi
questa parola.
Nessun commento:
Posta un commento