Voto Sì al
referendum, sia per valutazioni di ordine politico generale, sia per un
giudizio positivo sulla riforma costituzionale. Ogni volta che sottolineo le mie
ragioni politiche, i sostenitori del No si inalberano: "STIAMO VOTANDO UNA
RIFORMA COSTITUZIONALEEEE...!!!". E ogni volta che affronto la riforma, ne
faccio lo spezzatino, la esamino punto per punto, e cerco di spiegare le
ricadute positive dell'uno o dell'altro aspetto, gli stessi sostenitori del No
mi spiegano che la loro contrarietà è sulla riforma “nel suo complesso”, non su
questo o quel singolo punto di cui parlo, sul quale - magari a denti stretti -
sarebbero anche disposti a dirsi d'accordo con me.
Oppure non
rispondono nulla, perché non sanno cosa dire. Forse non conoscono neanche tanto
bene il testo, non hanno fatto la fatica di studiarlo come invece ho fatto io,
povero ingenuo. Ho partecipato a discussioni davvero surreali, su facebook. Personalità
anche autorevolissime mi hanno dimostrato – con i loro post – di non conoscere affatto
la materia oggetto del contendere.
Per esempio,
qui nel mio blog ho dimostrato, cifre alla mano, che non è affatto vero che con
questa riforma, abbinata alla legge elettorale, "il governo potrà
eleggere il Presidente della Repubblica e i giudici costituzionali". Lo
abbiamo sentito ripetere tutti un milione di volte, eppure E’ FALSO. E’ una tesi
priva di qualsiasi fondamento, giuridico, politico e anche semplicemente
aritmetico.
Ho anche scritto
delle garanzie maggiori, e non minori, che la riforma garantisce alle
opposizioni parlamentari; della limitazione alla decretazione d'urgenza, dei disegni
di legge governativi “a data certa”, del "giudizio preventivo di
costituzionalità" sulle leggi elettorali. Niente da fare. Di fronte ad
argomenti precisi, a un’analisi approfondita del testo, i sostenitori del No
non sanno cosa dire: o inveiscono, o tacciono.
Nei prossimi
giorni parlerò dei risparmi che la riforma comporta, ma soprattutto del nuovo
Senato.
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