mercoledì 9 novembre 2016

E adesso chi farà appello alla calma, Trump?

Ieri sera ho rivisto in dvd "L'ospite inatteso", un bellissimo film americano di Tom McCarty, con un Richard Jenkins da oscar. E’ un film "democratico" del 2008, in tema di immigrazione e società multietnica, girato al tramonto dell'era Bush. Eravamo alla vigilia della vittoria di Obama, ma il regista non poteva saperlo. Anch'io non lo sapevo, ma è stato il mio personale congedo dall'America democratica di questi anni. Lo avrei scoperto solo qualche ora più tardi. L’ospite inatteso, era Trump. Pazienza.
Sono molto avvilito e preoccupato, come tanti di voi immagino.
Temo soprattutto che, al prossimo afro-americano abbattuto come un cane dalla polizia, si scateni una tale ondata di violenza da fare impallidire il ricordo delle rivolte nere del '68. In America quasi tutti hanno un’arma e sanno usarla, come del resto piace ai sostenitori di Trump. E allora chi farà appello alla calma? Chi, Trump forse...?
Coraggio, amiche e amici. Sforziamoci di pensare positivo e di essere ottimisti. Si tratta di quattro anni. I Democratici americani hanno quattro anni di tempo per costruire la leadership di un/una quarantenne brillante, innovativo e capace. E se Trump farà troppi danni, il vecchio e glorioso Partito Repubblicano avrà quattro anni di tempo per trovare un candidato conservatore più serio e credibile, che sappia sbarrargli la strada. O forse Trump non farà troppi danni, perché si renderà conto che vedere la politica “dall’alto”, e prendersi la responsabilità di governare, è tutt’altra cosa, rispetto a vincere una campagna elettorale.

Di tutte le ipotesi, quest’ultima mi sembra la meno probabile.

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