Ieri sera ho
rivisto in dvd "L'ospite inatteso",
un bellissimo film americano di Tom McCarty, con un Richard Jenkins da oscar. E’
un film "democratico" del 2008, in tema di immigrazione e società
multietnica, girato al tramonto dell'era Bush. Eravamo alla vigilia della
vittoria di Obama, ma il regista non poteva saperlo. Anch'io non lo sapevo, ma
è stato il mio personale congedo dall'America democratica di questi anni. Lo
avrei scoperto solo qualche ora più tardi. L’ospite inatteso, era Trump.
Pazienza.
Sono molto avvilito
e preoccupato, come tanti di voi immagino.
Temo
soprattutto che, al prossimo afro-americano abbattuto come un cane dalla
polizia, si scateni una tale ondata di violenza da fare impallidire il ricordo
delle rivolte nere del '68. In America quasi tutti hanno un’arma e sanno usarla,
come del resto piace ai sostenitori di Trump. E allora chi farà appello alla
calma? Chi, Trump forse...?
Coraggio,
amiche e amici. Sforziamoci di pensare positivo e di essere ottimisti. Si tratta di quattro anni. I
Democratici americani hanno quattro anni di tempo per costruire la leadership
di un/una quarantenne brillante, innovativo e capace. E se Trump farà troppi
danni, il vecchio e glorioso Partito Repubblicano avrà quattro anni di tempo
per trovare un candidato conservatore più serio e credibile, che sappia
sbarrargli la strada. O forse Trump non farà troppi danni, perché si renderà
conto che vedere la politica “dall’alto”, e prendersi la responsabilità di
governare, è tutt’altra cosa, rispetto a vincere una campagna elettorale.
Di tutte le
ipotesi, quest’ultima mi sembra la meno probabile.
Nessun commento:
Posta un commento