Qui di seguito, la mia recensione di Terra Eolica, di Ilias Venezis (Ed. Settecolori) apparsa sul quotidiano Il Foglio di mercoledì 24 aprile.
“Quando si ritirarono le onde dell’Egeo, e presero a sorgere dal fondo le montagne di Lesbo umide, lucenti e placide, le onde videro stupefatte l’isola, la loro nuova amica. Erano abituate a viaggiare dalle parti del mar di Creta e a spegnersi sulla spiagge dell’Anatolia, e quel che sapevano di terraferma non era altro che duri monti, franti enormi scogli, terra di gialla pietra. Questa qui, con la nuova isola, era tutt’altra cosa – oh quanto differente!”.
Terra
Eolica è un romanzo meraviglioso, poetico e onirico, sempre sul crinale fra
mito arcaico e cronaca di vita quotidiana. E’ la storia di una terra antica e
delle sue millenarie vicissitudini umane. Ilias Venezis, uno dei maggiori autori
greci del Novecento, lo scrive nel 1943, cioè nel pieno dell’occupazione
nazifascista del suo paese: una scelta che gli costa l’arresto, 23 durissimi
giorni di carcere, il rischio della fucilazione. In precedenza aveva scritto Il
Numero 31328 (Settecolori 2022) in cui aveva raccontato la sua orribile
vicenda di prigioniero e schiavo dei turchi, dopo la cacciata dei greci della
costa anatolica dalle terre in cui avevano vissuto e prosperato per tre
millenni.
“Per
ultimi gli uomini, ultimi fra tutte le creature che vivono presso i Kimidenia
poiché di tutte essi sono gli estremi, accolgono il messaggio. Giunge con denso
fragore il maroso, viaggia, è percosso e si frange, sempre più si gonfia, e
sempre più impazza: ‘Arriva! La tempesta è in arrivo! E’ in arrivo la guerra!’
E mentre le stelle sulla Terra Eolica osservano imperturbabili, i cuori degli
uomini ammutoliti si aprono perché vi entri la Paura - i cuori degli sventurati
uomini”.
Il
romanzo racconta la storia di una famiglia benestante e della sua bella azienda
agricola, narrata attraverso lo sguardo stupito di un bambino. Il piccolo
Pietro scruta con rispetto e ammirazione il nonno patriarca, intuisce il primo
amore innocente della sorella maggiore, racconta di cacciatori e
contrabbandieri, di briganti e contadini, dell’orsa e dell’aquila. Amore e
morte si alternano nelle vicende umane, infine il mondo precipita verso la
rovina: le placide famiglie greche stanno per essere spazzate via per sempre dal
turbine della storia.
Bello!
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