Se la buona letteratura è quella che riesce a esprimere lo “spirito
del tempo”, senza dubbio Michel Houllebecq deve essere considerato un grande
scrittore. Come ha notato Pierluigi Battista, Houelleebcq è particolarmente “fortunato”
nel riuscire a pubblicare i suoi romanzi in concomitanza con eclatanti episodi
di cronaca, sorprendentemente correlati ai fatti e personaggi narrati. (...)
Florent è un uomo maturo e depresso, schiacciato – prima ancora che
dai fallimenti esistenziali e sentimentali – dal suo stesso, cupo cinismo. Il tono
dell’io narrante è amaro e sarcastico, un distillato di solitudine e sofferenza
che scorre ininterrotto e che non risparmia nulla e nessuno, spietato con il
pensiero conformista ma soprattutto con se stesso. Il protagonista un poco alla
volta si arrende all’angoscia e si lascia andare in una depressione senza
scampo. Grande è l’inquietudine che Houellebecq riesce a trasmettere al
lettore. (...)
Come sempre nei romanzi di Houellebecq, il sesso occupa un ruolo
centrale. Il racconto del passato amoroso del protagonista, narrato in una
prosa disturbante e pornografica, pesante e scurrile, costituisce forse la
parte più debole del romanzo, in cui l’autore riesce meno efficace rispetto a opere
precedenti. (...)
Dopo la rappresentazione di uno scontro sociale sanguinoso e assurdo,
il romanzo scivola verso l’inevitabile epilogo, perché “Parigi, come tutte le
città, era fatta per produrre solitudine” e noi “abbiamo forse ceduto a
illusioni di libertà individuale”.
A questo link, la mia recensione completa di "Serotonina" di Michel Houellebecq (La Nave di Teseo) pubblicata sul quotidiano Il Foglio di mercoledì 30 gennaio.
332 pagine per descrivere un sociopatico maschilista. Nessuna società ha avuto un passato idilliaco• Guardarne solo un pezzetto è come credere che tutti i francesi fossero come i personaggi de La Recherche di Proust
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