venerdì 1 febbraio 2019

"Serotonina", di Michel Houellebecq


Se la buona letteratura è quella che riesce a esprimere lo “spirito del tempo”, senza dubbio Michel Houllebecq deve essere considerato un grande scrittore. Come ha notato Pierluigi Battista, Houelleebcq è particolarmente “fortunato” nel riuscire a pubblicare i suoi romanzi in concomitanza con eclatanti episodi di cronaca, sorprendentemente correlati ai fatti e personaggi narrati. (...)
Florent è un uomo maturo e depresso, schiacciato – prima ancora che dai fallimenti esistenziali e sentimentali – dal suo stesso, cupo cinismo. Il tono dell’io narrante è amaro e sarcastico, un distillato di solitudine e sofferenza che scorre ininterrotto e che non risparmia nulla e nessuno, spietato con il pensiero conformista ma soprattutto con se stesso. Il protagonista un poco alla volta si arrende all’angoscia e si lascia andare in una depressione senza scampo. Grande è l’inquietudine che Houellebecq riesce a trasmettere al lettore. (...)
Come sempre nei romanzi di Houellebecq, il sesso occupa un ruolo centrale. Il racconto del passato amoroso del protagonista, narrato in una prosa disturbante e pornografica, pesante e scurrile, costituisce forse la parte più debole del romanzo, in cui l’autore riesce meno efficace rispetto a opere precedenti. (...)
Dopo la rappresentazione di uno scontro sociale sanguinoso e assurdo, il romanzo scivola verso l’inevitabile epilogo, perché “Parigi, come tutte le città, era fatta per produrre solitudine” e noi “abbiamo forse ceduto a illusioni di libertà individuale”.

A questo link, la mia recensione completa di "Serotonina" di Michel Houellebecq (La Nave di Teseo) pubblicata sul quotidiano Il Foglio di mercoledì 30 gennaio.



1 commento:

  1. 332 pagine per descrivere un sociopatico maschilista. Nessuna società ha avuto un passato idilliaco• Guardarne solo un pezzetto è come credere che tutti i francesi fossero come i personaggi de La Recherche di Proust

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