martedì 22 settembre 2020

"Il grattacielo e il formichiere", di Carlo Gambescia

Qui di seguito, la mia recensione di Il grattacielo e il formichiere, di Carlo Gambescia (Edizioni Il Foglio, 95 pagine, 12 euro) pubblicata sul quotidiano Il Foglio di sabato 19 settembre.

Prende le mosse da una poesia di Montale, l’originalissimo pamphlet di Carlo Gambescia, alla ricerca di una possibile “Sociologia del realismo politico”.

“Che cos’è la realtà / il grattacielo o il formichiere / il Logo o lo sbadiglio”, recita il verso del poeta, offrendo così all’autore lo spunto per un’ardita metafora. “Può piacere o meno, ma la realtà si insinua tra i colossi di cemento armato, acciaio, vetro, luci e colori che sfidano il cielo (…) Per poi sfiorare – parliamo sempre della realtà – un mammifero, il formichiere, dall’aspetto curioso, per alcuni ripugnante, privo di denti, con una lingua lunghissima, vischiosa e filiforme”. Montale insegna che il grattacielo e il formichiere sono le facce della medaglia-realtà. Ma la realtà, avverte Gambescia, è soggetta a un fenomeno che la psicologia sociale chiama “dissonanza cognitiva”. Un ambientalista vedrà il grattacielo come una spregevole forma di innaturale tirannia funzionale; un economista, viceversa, vi scorgerà un mirabile esempio di architettura. Si tratta, a ben vedere, di etica dei princìpi ed etica della responsabilità, le due forme fondamentali del realismo secondo Max Weber.

Analogamente, sul terreno politico, Gambescia riferisce del dialogo (realmente avvenuto) fra due intellettuali liberali: il prof. A e il giornalista B. “Non mi pongo il problema di quanto siano liberali la Lega o Salvini o il PD - spiega il professore - Prendo atto dell’egemonia conquista da Salvini e lavoro affinché ci sia una gamba più liberale nella Lega”: etica della responsabilità, realismo da formichiere. Ma il giornalista non ci sta: “Un liberale ha il dovere di opporsi. Cercare di rendere più liberale Salvini è un alibi per schierarsi dalla parte del vincitore. I veri liberali non amano Putin”: perfetto esempio di etica dei princìpi, realismo del grattacielo. Il primo è un realismo “a quo”, il secondo “ad quem”.

Se guardiamo alla storia, prosegue l’autore, troviamo validi esempi di uomini politici che hanno saputo ottimamente coniugare questi due tipi di realismo: Lincoln, Bismark, Llyod George, Roosevelt, fra gli altri. Il realismo di Bismark era soprattutto “a quo”, quello di Cavour “ad quem”, cioè orientato ai princìpi. Gambescia sottolinea in particolare la difesa della democrazia formulata da Theodor Geiger: è indispensabile, a questo scopo, l’accettazione della “interdipendenza sociale”, concetto che costituisce un perfetto esempio di realismo politico.

Infine la raccomandazione più importante: “Solo l’arma dell’ironia può aiutarci a capire i pericoli dell’emotività politica”. Infatti l’ironia maieutica era l’arma prediletta da Socrate, il progenitore di tutti i realisti consapevoli.

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