Pubblicato nel 1876 a puntate - allora si usava così - Daniel Deronda
è l’ultimo grande romanzo di Mary Anne Evans, autrice di straordinario talento,
che prima di raggiungere il successo e la celebrità, scelse di scrivere con lo
pseudonimo maschile di George Eliot, per sottrarsi ai pregiudizi antifemminili dell’Inghilterra
vittoriana. (...)
Daniel, il protagonista, è ricco, giovane e bello, generoso e di buoni
sentimenti. Sin dall’inizio sappiamo di lui che è figlio adottivo: le sue vere
origini verranno alla luce solo nell’ultima parte del libro. Egli resta colpito
dall’affascinante ma viziata Gwendolen, e la aiuta finanziariamente ma di
nascosto, per autentico altruismo. La famiglia di lei cade in disgrazia e la
giovane è costretta a un matrimonio infelice. Tutto induce il lettore a credere
che i due si ritroveranno e trionferà l’amore, ma la Eliot ha in serbo ben
altre sorprese. (...)
A un
secolo e mezzo dalla pubblicazione, è il sionismo il vero elemento di modernità
e attualità del romanzo, per il resto di impianto e contenuti tipicamente
ottocenteschi. Non a caso, a Daniel Deronda è dedicato un intero capitolo della
bella antologia di Elia Boccara: “Sionisti cristiani in Europa”, pubblicata lo
scorso anno da Giuntina. (...) A questo link, le recensione completa di Daniel Deronda, di George Eliot (Fazi Editore), pubblicata sul quotidiano Il Foglio di mercoledì 8 agosto
https://www.ilfoglio.it/una-fogliata-di-libri/2018/08/08/news/daniel-deronda-209214/
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