Lungo il percorso, la mente di Theo vaga nella rievocazione dei “giorni luminosi”, la stagione dell’innocenza precedente all’abominevole sofferenza patita. (...)
Il lettore intuisce presto che l’idea di rivederli è illusoria, Theo ne
sarà consapevole solo per gradi, attraverso un procedimento introspettivo. (...)
Il ritorno alla realtà è un ingranaggio rugginoso, inceppato dal male.
Come in un sogno, Theo si muove a fatica, trattenuto da fili invisibili: tutto
è incerto, vago, indaginoso. Nella sua mente, lesionata dalle brutalità subìte,
il presente si confonde con i ricordi, i ricordi con i sogni e i sogni con gli
incubi. La circolarità di questo procedimento narrativo e l’atmosfera rarefatta
avvolgono il lettore, che si lascia trasportare in un dolente processo di
ricostruzione. (...)
A questo link, la mia recensione completa di "Giorni luminosi", pubblicata sul quotidiano Il Foglio del 28 febbraio scorso.
https://www.ilfoglio.it/una-fogliata-di-libri/2018/02/28/news/giorni-luminosi-aharon-appelfeld-guanda-181268/
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