Come tutti
sanno, Sergio Mattarella è un estremista della moderazione. Eppure se ne è
uscito con un aggettivo, “inconcepibile”,
che ha sorpreso e spiazzato una gran parte della politica italiana. Il termine,
iperbolico, poco si addice al lessico del Quirinale, ingessato nel rigido
protocollo istituzionale, e anche al linguaggio felpato del personaggio. Fra l’altro,
definendo “inconcepibile” che si possa votare subito, senza una legge
elettorale omogenea fra Camera e Senato, Mattarella dimostra di non essere
affatto quello “yes man” silente nelle mani di Mattero Renzi, descritto dai
suoi detrattori. Anzi. Ha messo subito un punto fermo alla crisi e l’ha
incanalata dentro binari meno confusi.
Il personaggio
è timido e introverso, un tipico cattolico del sud. Un siciliano dagli occhi
chiari. Viene descritto come uomo “mite”, ma mite era anche Aldo Moro (per
intenderci). La sua vita è stata segnata da dolori pubblici e privati
indelebili: la morte del fratello maggiore, assassinato dalla mafia e spirato
fra le sue braccia; la solitudine della vedovanza. Ma in questa circostanza, nel
primo giorno della sua prima crisi di governo da Presidente, Sergio Mattarella
si è confermato come uomo di Stato.
La sua
decisone è giusta.
Una nuova legge elettorale è necessaria. L’attuale
legge del Senato è il prodotto di una legge precedente (Porcellum) parzialmente modificata dalla sentenza della Corte
costituzionale (Consultellum). La
legge della Camera (Italicum) è stata
concepita da Renzi non solo in funzione della riforma costituzionale bocciata
dal referendum, ma anche pensando a uno
scenario politico – quello delle Europee 2014 – che si è rivelato assolutamente
evanescente e non realistico. Senza contare, sempre sull’Italicum, il nuovo
pronunciamento della Corte annunciato per il 24 gennaio.
Di
conseguenza, anche un nuovo governo è necessario, poiché quello di Renzi si è
dimesso.
Avremo perciò un “governo di scopo”, cioè che
dovrà fare una nuova legge elettorale, come si è detto “omogenea” per
quanto è possibile fra Camera e Senato, poi molto verosimilmente ci saranno le
elezioni anticipate, diciamo a giugno. Nel frattempo ci sarà il congresso del
PD, anticipato di qualche mese, con la resa dei conti alle primarie fra Renzi e
i suoi avversari. (Io sicuramente voterò
per Renzi).
Chiunque sia
il nuovo Presidente del Consiglio - il mediocre Paolo Gentiloni o altri – la discussione ora si sposterà necessariamente
sulla nuova legge elettorale.
Dopo essere
stati per un anno tutti costituzionalisti, nel prossimo semestre saremo tutti
politologi e grandi esperti di sistemi elettivi. Facile previsione.
Nessun commento:
Posta un commento