sabato 10 dicembre 2016

Un Mattarella "inconcepibile"

Come tutti sanno, Sergio Mattarella è un estremista della moderazione. Eppure se ne è uscito con un aggettivo, “inconcepibile”, che ha sorpreso e spiazzato una gran parte della politica italiana. Il termine, iperbolico, poco si addice al lessico del Quirinale, ingessato nel rigido protocollo istituzionale, e anche al linguaggio felpato del personaggio. Fra l’altro, definendo “inconcepibile” che si possa votare subito, senza una legge elettorale omogenea fra Camera e Senato, Mattarella dimostra di non essere affatto quello “yes man” silente nelle mani di Mattero Renzi, descritto dai suoi detrattori. Anzi. Ha messo subito un punto fermo alla crisi e l’ha incanalata dentro binari meno confusi.
Il personaggio è timido e introverso, un tipico cattolico del sud. Un siciliano dagli occhi chiari. Viene descritto come uomo “mite”, ma mite era anche Aldo Moro (per intenderci). La sua vita è stata segnata da dolori pubblici e privati indelebili: la morte del fratello maggiore, assassinato dalla mafia e spirato fra le sue braccia; la solitudine della vedovanza. Ma in questa circostanza, nel primo giorno della sua prima crisi di governo da Presidente, Sergio Mattarella si è confermato come uomo di Stato.
La sua decisone è giusta.
Una nuova legge elettorale è necessaria. L’attuale legge del Senato è il prodotto di una legge precedente (Porcellum) parzialmente modificata dalla sentenza della Corte costituzionale (Consultellum). La legge della Camera (Italicum) è stata concepita da Renzi non solo in funzione della riforma costituzionale bocciata dal referendum, ma anche pensando a uno scenario politico – quello delle Europee 2014 – che si è rivelato assolutamente evanescente e non realistico. Senza contare, sempre sull’Italicum, il nuovo pronunciamento della Corte annunciato per il 24 gennaio.
Di conseguenza, anche un nuovo governo è necessario, poiché quello di Renzi si è dimesso.
Avremo perciò un “governo di scopo”, cioè che dovrà fare una nuova legge elettorale, come si è detto “omogenea” per quanto è possibile fra Camera e Senato, poi molto verosimilmente ci saranno le elezioni anticipate, diciamo a giugno. Nel frattempo ci sarà il congresso del PD, anticipato di qualche mese, con la resa dei conti alle primarie fra Renzi e i suoi avversari. (Io sicuramente voterò per Renzi).
Chiunque sia il nuovo Presidente del Consiglio - il mediocre Paolo Gentiloni o altri – la discussione ora si sposterà necessariamente sulla nuova legge elettorale.

Dopo essere stati per un anno tutti costituzionalisti, nel prossimo semestre saremo tutti politologi e grandi esperti di sistemi elettivi. Facile previsione.

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