giovedì 13 ottobre 2016

Contro la politicizzazione dell'arte

Dario Fo è morto e io leggo su facebook commenti che non mi piacciono affatto.
Dunque siamo a questo: tutti quelli che la pensano come Dario Fo, elogiano il grande artista, l'uomo di cultura, il fustigatore del potere eccetera; viceversa, tutti quelli che “non” la pensano come Dario Fo, si sentono autorizzati a dire che la sua comicità faceva schifo, che era un estremista e un gran coglione.
Ma se ci pensate bene, proprio la "politicizzazione" dell'arte e della cultura, è stato uno dei grandi frutti avvelenati del '68, cioè di quella mentalità che era tipica di Dario Fo. Invece, distinguere fra il Fo uomo di spettacolo e il “militante della cultura” che sparava cazzate a raffica, significa davvero prenderne le distanze.
Apprezzare Fo senza condividere le sue idee: questo è il mio modo di rifiutare la politicizzazione dell’arte, un’attitudine che ho sempre considerato sbagliata e pericolosa.
Aggiungo che Dario Fo ha potuto per tutta la vita esprimere la sua critica artistica e la sua opposizione politica al potere italiano. E’ stato cacciato dalla Rai in anni lontani, è vero, in un’epoca di ottuso conformismo. Ma poi è tornato alla grande. Ha avuto tutti, ma proprio tutti gli onori, malgrado le sue idee estremistiche, le sue teorie complottiste e cospirative, il suo elogio sperticato del comunismo - un’ideologia totalitaria che peraltro non gli avrebbe mai consentito di esprimersi.
Dario Fo ha speso un’intera vita contro l’Occidente capitalistico, che lo ha ripagato con il Premio Nobel.
Altro che repressione e censura, altro che emarginazione e sfruttamento: emarginati e sfruttati erano gli altri. Tu, caro Dario Fo, sei sempre stato un privilegiato. Un contestatore ricco e famoso. La tua compagna Franca Rame è stata anche parlamentare, senatrice dell’Italia dei Valori, salvo rapidamente dover ammettere che non serviva a nulla e che si sentiva inutile. Questi riconoscimenti e privilegi non dimostrano forse che le tue idee, ieri comuniste oggi grilline, che le tue analisi politiche sulla democrazia italiana e sul potere occulto, erano completamente sbagliate…?
Scrivere queste cose, in morte di Dario Fo, non deve sembrare fuori luogo. Tutt’altro. E’ invece un modo, secondo me doveroso, di onorare la sua scomparsa.
Salutiamo dunque Dario Fo civilmente, senza polemiche, malgrado il suo estremismo confusionario.

Un ultimo applauso, all’artista.

2 commenti:

  1. Sono totalmente d'accordo: non mi piace il Fo politico ma ho sempre ammirato il grande artista, che la terra sia lieve...

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