Medico chirurgo e docente universitario,
Marcello Dòmini esordisce in letteratura con un romanzo-fiume, ambientato
nell’Italia dilaniata dalle due guerre mondiali e dalla dittatura.
Ricciotti è un ragazzino di appena nove anni, quando apprende della morte del padre,
caduto sul Carso. I destini suo e del fratellino, Candido, devono
necessariamente separarsi: il piccolo resta in campagna nel mulino di famiglia,
con la madre; Ricciotti invece è costretto a misurarsi con la durezza del
collegio, deve crescere in fretta e imparare a difendersi.
La storia dei due
fratelli, ambientata a Bologna e nella campagna circostante, è il perfetto
affresco di un’Italia per lo più agricola, trascinata nel vortice della storia
dall’ascesa al potere del fascismo. (...)Arriva la guerra, il tempo dell’odio e della vergogna, con il suo inevitabile portato di assurdità, di violenza, di disposizioni grottesche e irrazionali. (...)
“Di guerra e di noi” è un libro toccante e amaro, che distribuisce con criterio equanime torti e ragioni, e che non nega a chi ha sbagliato l’opportunità di un riscatto. Arriva infine la Liberazione, e con essa la vendetta, quella particolare forma di giustizia che non sa distinguere e che non lascia scampo. (...)
A questo link, la recensione completa di "Di guerra e di noi", di Marcello Dòmini (Marsilio) pubblicata sul quotidiano Il Foglio di mercoledì 15 aprile.
https://www.ilfoglio.it/una-fogliata-di-libri/2020/04/15/news/di-guerra-e-di-noi-313097/
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