Il cosiddetto Referendum per l’Autonomia, indetto dalle regioni
Lombardia e Veneto per domenica 22 ottobre, è un'iniziativa demagogica e
strumentale.
Quale che sia il risultato del voto, infatti, gli effetti saranno del tutto nulli sul piano legislativo: nessuna “autonomia”,
né fiscale né di altro tipo, consegue da un'eventuale vittoria dei Sì. Ci sarà solo
il solito negoziato fra Stato e regioni - cioè fra il governo e le due amministrazioni
leghiste - una normale trattativa che si sarebbe dovuta condurre in ogni caso.
Il ricorso al referendum regionale rivela un uso fazioso delle istituzioni, piegate ai disegni propagandistici
della Lega Nord, che vuole strumentalizzare la consultazione per poi sventolare
la bandiera delle "piccole patrie", cioè per dividere l'Europa e
l'Italia – il suo obiettivo strategico di sempre.
Ultimo, ma non minore, si tratta di un inutile sperpero di denaro pubblico: ben 65 milioni di euro buttati
al vento, fra Lombardia e Veneto: un fatto veramente vergognoso, ottenuto con il consenso del Movimento 5 Stelle,
che ha votato a favore dopo avere gridato allo scandalo per cifre assai minori.
L’alleanza del Super-Partito della demagogia, fra la Lega e i grillini, rappresenta
il trionfo della malafede.
Capisco bene le ragioni che hanno spinto alcuni sindaci lombardi
(Sala, Gori e altri) a pronunciarsi per il Sì al referendum. Costoro temono che
la propaganda leghista possa dare i suoi frutti e non intendono lasciare ai
falsari sovranisti il monopolio dell’autonomia amministrativa e fiscale. Come
recita il proverbio: “A brigante, brigante e mezzo”. E’ una piccola astuzia,
che comprendo, ma che non condivido affatto.
Io credo invece che, per le ragioni che ho illustrato, “non ci si siede
al tavolo da gioco con i bari”, come ammoniva Marco Pannella. Dunque non andrò
a votare.
La mia è un’astensione civica, morale e politica, le cui ragioni
saranno illustrate a Milano martedì 17
ottobre, alle 19, presso lo spazio eventi Open (viale Monte Nero 6, primo piano).
Interverranno Alessandro Alfieri, segretario regionale del Partito Democratico,
e Ivan Berni, il giornalista estensore dell'appello "Io mi astengo". A
me il compito di introdurre e condurre la discussione. Vi aspetto, non mancate.
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