Le registrazioni di quattro conferenze sul tango, tenute nel lontano
1965 e dissepolte quasi per caso di recente, ci offrono un inedito Jorge Luis
Borges, “uno dei grandi maestri della letteratura di tutti i tempi”, come è
scritto nella prefazione dell’edizione originale. (...)
Il tango nasce intorno 1880 a Buenos Aires, inizialmente suonato con
pianoforte, flauto e violino: strumenti non proprio alla portata di tutti, come
invece era la chitarra. Il tango dunque non nasce in ambienti poveri e
popolari, bensì nella case di malaffare - come il jazz, del resto, pochi
decenni più tardi negli Stati Uniti.
“Il popolo, all’inizio, rifiuta il tango – spiega Borges – perché ne
conosce l’origine indecente (...) Spesso coppie di uomini ballavano il tango
perché le donne del popolo ne conoscevano la radice e non volevano ballarlo. Al
contrario di quella specie di romanzo sentimentale creato dal cinema, non è il
popolo che inventa il tango, non è il popolo che lo impone alla gente perbene.
Accade esattamente il contrario”. (...)
A questo link, la mia recensione integrale di "Il tango", di Jorge Luis Borges (Adelphi) pubblicata sul quotidiano Il Foglio di mercoledì 19 giugno.
https://www.ilfoglio.it/una-fogliata-di-libri/2019/06/19/news/il-tango-261125/
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