"Apparsi per la prima volta nel 1947, questi “Studi preliminari” di Theodor
Geiger (1891-1952) sono considerati da molti giuristi un'opera fondamentale. Il
testo, pur basandosi su numerose e cospicue ricerche sociologiche, che ne
confermano l’elevato valore euristico, per l'impianto logico-deduttivo
utilizzato dall'autore, e per l'ampiezza dei temi trattati, è stato inteso
anche come un trattato di teoria generale del diritto. Esce ora per la prima
volta in Italia grazie a Mimesis, nella collana “Law Without Law”, fondata e diretta
di Morris L. Ghezzi (1951-2017) curatore del volume.
Alla base della teoria di Geiger vi è la distinzione fondamentale fra “diritto
materiale”, che studia come la società condizioni e determini il diritto, e “diritto
formale”, che studia il diritto inteso come sistema culturale che plasma e
regola la vita sociale. E’ all’interno di questo secondo campo, che si
manifestano gli effetti sociali dei singoli istituti giuridici - come la
famiglia, la proprietà, i procedimenti giudiziari, le strutture organizzative
dello Stato democratico.
L’opera è divisa in tre parti. Nelle prime due, l’autore descrive il
passaggio dall'ordinamento sociale a quello giuridico e analizza la struttura
dell'ordinamento giuridico stesso. Nella terza parte, prende in considerazione
il diritto nei rapporti verso l'esterno: morale, politica, coscienza giuridica.
Il passaggio dall'ordinamento sociale all'ordinamento giuridico,
seguendo un metodo "ipotetico-deduttivo", avviene in quattro fasi: 1)
quella dell'uso, in cui il comportamento viene attuato per forza di abitudine,
in conformità di modelli già consolidati; 2) quella del costume, nella quale il
modello di comportamento si manifesta come obbligatorio, mediante la reazione
dell'opinione dei membri del gruppo al comportamento deviante; 3) quella della
regola del costume, che esprime verbalmente la correlazione tra agire conforme
e approvazione sociale da un lato, e agire difforme e sanzione sociale
dall'altro; infine, 4) quella della statuizione, che si verifica quando al
nucleo normativo - sorto per via consuetudinaria - si sostituisce una “proposizione
normativa proclamativa”, che esprime cioè una norma positiva.
È in quest'ultima fase, in cui sostanzialmente si passa dalla
consuetudine al diritto, che Geiger fa dipendere l'obbligatorietà dalla
sanzione.
L’autore esamina anche il problema delle fonti del diritto, rilevando
che, nell'ordine del tempo, si presenta prima la consuetudine, successivamente
la giurisdizione o l'istituzione giuridica, poi la legislazione, che emana le
norme astratte, e infine, molto più tardi, la scienza del diritto. Geiger
spiega inoltre che si può sempre misurare il grado delle probabilità con cui le
sanzioni sono o non sono applicate, e le norme sono o non sono efficaci.
Nella terza parte del libro, riguardo al rapporto tra diritto e
morale, Geiger osserva che, mentre nelle comunità primitive l'uno e l'altra
praticamente coincidono, nelle società più evolute si nota una progressiva
separazione dei due termini. Di conseguenza, da un lato, il diritto progressivamente
si secolarizza, da un altro lato la morale si interiorizza sempre più. Per via di
questa progressiva separazione, oggi non si può più parlare di morale come
strumento di controllo, accanto e al di sopra del diritto; si deve invece
constatare la separazione tra i due termini. Geiger insomma cerca di risolvere il problema liberando
completamente la teoria del diritto da ogni vincolo che la unisca alle
concezioni della morale, polemizzando con i filosofi sul tema più generale dei
giudizi di valore".
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