lunedì 28 maggio 2018

"L'antisemitismo a sinistra in Francia", di Michel Dreyfus

La Francia è il primo paese al mondo a emancipare gli ebrei, nel 1791. Si tratta di 40.000 persone, appena lo 0,2% della popolazione, eppure il loro processo di integrazione nella società sarà lungo, difficile e contrastato.(...)
 Michel Dreyfus, storico del movimento operaio e socialista francese (parente molto alla lontana del celebre ufficiale) cita Maxime Rodinson, secondo il quale non esiste un “antisemitismo eterno”, ma piuttosto “giudeofobie multiple”, che riflettono le caratteristiche della società in cui si esprimono. Dreyfus sviluppa questo ragionamento e individua cinque forme storiche di “antisemitismo a sinistra”, in Francia. (...)
L’antisemitismo è un fenomeno diffuso “a sinistra”, ma non “di sinistra”, sostiene Dreyfus in conclusione, suscitando non poche ironie fra intellettuali francesi, quali Taguieff, Finkielkraut, Henry-Levy.

A questo link, la mia recensione completa di "L'antisemitismo a sinistra in Francia", di Michel Dreyfus (Free Ebrei) pubblicata sul quotidiano Il Foglio di sabato 26 maggio.
https://www.ilfoglio.it/libri/2018/05/28/news/l-antisemitismo-a-sinistra-in-francia-197238/

mercoledì 9 maggio 2018

"1947", di Elisabeth Asbrink

Il ’47 è un anno di svolta, in tutti i campi. Non solo nell’ambito politico internazionale, ma anche nella musica, nella moda, nella letteratura, nel costume. Simone de Beauvoir si innamora perdutamente dello scrittore americano Nelson Algren e inizia la scrittura di “Secondo sesso”; George Orwell scrive “1984”, che vedrà la luce l’anno dopo; Primo Levi pubblica “Se questo è un uomo”; in Germania, Hans Werner Richter aggrega un gruppo di scrittori e poeti, in un movimento culturale per la rinascita della letteratura tedesca, sulle rovine della guerra: il “Gruppo 47”, appunto.
(...)
La Asbrink, figlia di un ebreo ungherese che ha perso i genitori nella Shoah, dedica ampie pagine alla fondazione di Israele: il ’47 è l’anno di Exodus, e della votazione all’Onu che il 29 novembre sancisce la spartizione della Palestina e la nascita dello Stato ebraico. Al contempo, il fondatore della Fratellanza musulmana lancia il suo primo “Jihad” contro Israele.
(...)
Se in passato al Jihad era stato dato il significato di lotta, al-Banna aggiunge la morte come suo traguardo. Nasce il Jihad moderno, quello “politico”, che condurrà al terrorismo, ai kamikaze, ad Al Qaeda, al califfato dell’Isis.

A questo link, la mia recensione integrale di "1947", di Elisabeth Asbrink (Iperborea), pubblicata sul quotidiano Il Foglio di oggi.
https://www.ilfoglio.it/una-fogliata-di-libri/2018/05/09/news/1947-elisabeth-asbrink-una-fogliata-di-libri-193655/

giovedì 3 maggio 2018

"De Magistris revochi la cittadinanza onoraria ad Abu Mazen"

Il mio comunicato stampa di oggi.
MEDIO ORIENTE, PALESTINESI: “DE MAGISTRIS REVOCHI SUBITO LA CITTADINANZA ONORARIA AD ABU MAZEN”
LITTA, PRO ISRAELE: “ORA, CHE ANTISIONISMO E ANTISEMITSMO COINCIDONO, LO PUO’ CAPIRE PERSINO IL SINDACO DI NAPOLI”
“Dopo le dichiarazioni di Abu Mazen, contenenti le più aberranti teorie del pregiudizio e dell’odio contro gli ebrei, chiediamo al sindaco di Napoli Luigi De Magistris di revocare la cittadinanza onoraria al presidente della Autorità nazionale palestinese”.
Così Alessandro Litta Modignani, presidente dell’Unione delle Associazioni pro Israele in Italia (UDAI), che aggiunge:
“Il 27 aprile 2013 il sindaco di Lugi Napoli De Magistris, conferendo la cittadinanza onoraria al presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese pronunciò queste parole: “Napoli è storicamente una città di pace, che mette insieme culture diverse. Nella nostra città vivono le comunità cattolica, musulmana, palestinese ed ebraica, valdesi ed evangelici. Il diverso per noi è ricchezza".
“Ora De Magistris ci spieghi – dice ancora il presidente dell’UDAI - quale modello di pace, convivenza e tolleranza sia mai possibile con Abu Mazen, alla luce delle sue dichiarazioni di lunedì a Ramallah, con cui imputa al popolo ebraico le responsabilità dello sterminio degli ebrei europei. Per non parlare delle ulteriori affermazioni pseudo-storiche, pronunciate sempre dal leader palestinese, secondo il quale lo Stato d’Israele sarebbe “un’invenzione coloniale britannica” (!) senza nessun legame storico con il popolo ebraico (!!!) e via delirando.
“Queste affermazioni, basate sui più vieti e biechi pregiudizi antigiudaici, sono l’anticamera dei pogrom e dei campi di sterminio nazisti, e dimostrano la concreta impraticabilità di qualsiasi prospettiva di pace i Medio Oriente.
“Ora che antisemitismo e antisionismo coincidono dovrebbe essere chiaro a tutti – conclude Litta – Chiunque lo può capire, persino al sindaco di Napoli. Dunque revochi subito la cittadinanza onoraria della sua città a chi lancia proclami di odio contro gli ebrei e Israele”.
Alessandro Litta Modignani
Presidente dell’Unione delle Associazioni pro Israele UDAI)