mercoledì 5 settembre 2018

"Perturbamento", di Thomas Bernhard

3) Questa estate in vacanza ho letto "Perturbamento", di Thomas Bernhard (Adelphi). E' il secondo romanzo (1967) di un autore che io amo molto, ma purtroppo devo confessare che si tratta di un libro non riuscito. Lo straordinario talento letterario e la potenza della scrittura non valgono, in questo caso, a superare l'evanescenza e la ripetitività del racconto. Ogni pagina, per quanto ben scritta, è uguale a se stessa. Gli episodi e i personaggi si susseguono l'uno all'altro, monotoni. Il romanzo non procede, perché non c'è: ha un inizio, ma non uno svolgimento. Della fine, non saprei dire. Sono arrivato quasi a metà (90 pagine su 200 circa) e ho deciso di piantarlo lì. Ne ho avuto abbastanza.
Mi dispiace molto perché, come dicevo, Bernhard è uno dei miei autori preferiti. Di lui ho letto "Il soccombente" (superlativo, immenso, inarrivabile), poi "Sì", che pure ho molto amato, e il recentissimo "Camminare", uscito per la prima volta quest'anno in Italia (a questo link la mia recensione per Il Foglio: https://www.ilfoglio.it/una-fogliata-di-libri/2018/04/11/news/camminare-thomas-bernhard-una-fogliata-di-libri-188630/ )
Dunque mi sono tuffato in "Perturbamento" con grande entusiasmo, e ho picchiato la testa sul fondo della piscina vuota. Delusione. Mi è dispiaciuto molto dovermi arrendere di fronte alla pesantezza di un libro, il cui autore ha fatto della "pesantezza" dei personaggi l'elemento fondante e qualitativo della sua produzione. Pesanti, però, devono essere i personaggi, non il racconto. Altrimenti ci si trova davanti a un libro farraginoso. Ma io amo troppo Thomas Bernhard, e ho deciso di rifarmi con un altro suo romanzo. (continua)

Nessun commento:

Posta un commento