venerdì 14 settembre 2018

"Fame", di Knut Hamsun


6) Questa estate in vacanza ho letto “Fame”, di Knut Hamsun (Adelphi). O meglio: ne ho lette circa 100 pagine, su 186, poi ho deciso che ne avevo veramente le scatole piene e l’ho piantato lì. Che romanzo noioso, sciocco come il protagonista: un giovane aspirante scrittore spiantato, ingenuo e morto di fame, che non sa gestire la sua vita, non è capace di badare a se stesso né di lavorare. Un immaturo, orgoglioso e infantile.
Hamsun (1859-1952) è un stato importante scrittore norvegese. Nel 1920 ha vinto il Premio Nobel per la letteratura. Durante la guerra ha simpatizzato per la Germania, che pure aveva occupato il suo paese. Ha scritto varie volte a Hitler e lo ha anche incontrato, per perorare la causa di questo o quel personaggio, avanzare questa o quella richiesta. Negli ultimi tempi, il Fuerer si era scocciato di quell’intellettuale petulante e non volle più di riceverlo.
Finita della guerra, il vecchio Hamsun fu processato per collaborazionismo e persino internato in un ospedale psichiatrico. Racconta tutti questi eventi in “Per i sentieri dove cresce l’erba” (Fazi) scritto a novant’anni, un anno prima della morte. Vi sostiene di non essere affatto un antisemita, come possono dimostrare i suoi tanti amici ebrei… Per Olov Enquist, il grande intellettuale e scrittore svedese, ha narrato tutta questa paradossale vicenda nel suo “Processo a Hamsun” (Iperborea) che però io non ho letto. E’ introvabile (se qualcuno sa come fare, mi aiuti).
Forte di questi interessanti precedenti, mi sono tuffato nel romanzo di Hamsun più celebrato e noto, e di nuovo ho picchiato la testa sul fondo della piscina vuota. Il protagonista di “Fame” ricorda un po’ il Giovane Holden di Salinger, solo che quest’ultimo fa sorridere, e l’altro innervosire. Insomma, Nobel o non Nobel, chi mi aveva avvertito che Hamsun è noioso aveva ragione, e io - che non gli ho dato retta - ho avuto torto. Dello stesso autore avevo comprato anche “Pan”, ma a questo punto penso che non lo leggerò mai. A meno che qualcuno di voi non mi convinca a farlo. (continua)

Nessun commento:

Posta un commento