lunedì 28 novembre 2016

Temono la "deriva autoritaria", inneggiano a Castro

    Cuba. Penso a tutti quei poveri ragazzi innocenti fatti fucilare da Che Guevara, quello della "Querida Presencia" e del suo "Amòr Revolucionario". Penso a tutti gli oppositori perseguitati, incarcerati, condannati a morte e fucilati, oppure morti di stenti nelle condizioni più disumane. Penso agli omosessuali perseguitati. Agli intellettuali oppressi e tormentati, ai quali è stata resa la vita impossibile. A una dittatura soffocante, asfissiante, invasiva. Comunista appunto. Un solo governo, dal 1960 a oggi. Un dittatore che cede il potere al fratello, come se fosse una cosa "sua", e un partito unico che è insieme Stato e mafia. A tacere di quello che hanno fatto i militari cubani in Africa, negli anni '70, al servizio dell'Unione sovietica. Guerre, stragi, violenze a supporto dei peggiori dittatori, i più sanguinari, purché alleati di Mosca. Questo è Cuba, per chi ha voglia di vedere. Questo è stato il comunismo cubano. Adesso Castro è morto, la dittatura castrista è al tramonto. Io spero che crolli definitivamente e che i cubani possano finalmente scegliersi un governo con libere elezioni, libertà di stampa, libertà di associazione, libertà di circolazione, libertà di manifestazione, libertà economica e commerciale, multipartitismo. Questo spero: si chiama "democrazia". Dopo la morte del dittatore, aspetto la morte della dittatura. Una dittatura "comunista", senza bisogno di ulteriori specificazioni. Coloro invece che compiangono Fidel Casto (salvo indignarsi perché "Renzi occupa la Rai" e temono la "deriva autoritaria" perché la riforma costituzionale porterebbe"un uomo solo al comando") coloro che inneggiano alla dittatura e sono nostalgici del comunismo, abbiano la compiacenza di levarsi dai piedi. Non ho intenzione di discutere con loro, non sono interessato alla loro "amicizia", in nessun caso e in nessun ambito.

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