sabato 7 dicembre 2019

"Il pozzo", di Regina Ezera (Iperborea)

Dopo “Come tessere di un domino” di Zigmunds Skujins, Margherita Carbonaro traduce ora dal lettone Regina Ezera (1930 - 2002) una delle scrittrici più popolari e affermate della letteratura di quel paese. “Il pozzo” (1972) è ambientato nelle belle giornate di agosto, sulla riva di un grande lago: una cornice descritta con delicatezza, in prosa ricercata, un paesaggio che partecipa esso stesso allo svolgersi del racconto. (...)
“Il pozzo” è il romanzo di un amore inespresso. Laura, la protagonista, affronta la sua difficile condizione esistenziale con dolore e determinazione. Suo marito è in carcere per una brutta storia: una battuta di caccia in stato di ubriachezza, finita in tragedia. In assenza di una figura maschile, la donna assolve con coraggio il suo ruolo di capo famiglia, e affronta le molteplici responsabilità di madre, cognata e nuora.
Rudolfs, medico di Riga in vacanza, è affascinato dalla personalità schiva della donna, dal suo sorriso timido ed evasivo. I protagonisti giocano la loro partita incerti e impacciati, quasi incapaci di comprendere fino in fondo il significato e il valore della posta in palio. (...)

Antiche vicende di guerra e di odio riemergono un poco alla volta dal lontano passato, svelano le origini di una tragedia familiare, si oppongono duramente al tentativo di un amore sulla riva del lago.

A questo link, la recensione completa di "Il pozzo", di Regina Ezera (Iperborea) pubblicata sul quotidiano Il Foglio di mercoledì 4 dicembre.
https://www.ilfoglio.it/una-fogliata-di-libri/2019/12/04/news/il-pozzo-290589/

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