“Non è difficile constatare la maggiore facilità e
penetrazione del discorso d’odio rispetto a quello positivo (...) I contenuti
ostili, provocatori, volgari, diffamatori sono più cliccati, hanno maggiore
audience e quindi ottengono i vantaggi relativi alla loro diffusione, compreso
il finanziamento dalla pubblicità”. (...)
La parte più interessante del saggio è incentrata
sulle manifestazioni on line di odio verso Israele. L’esportazione
dell’antisemitismo classico nei paesi arabi, infatti, rischia di provocare una
sostituzione di antiche figure con nuovi bersagli. L’antisionismo è la “terza
fase” dell’odio antiebraico, scrive Giovanni Maria Flick, dopo l’antigiudaismo
cristiano e l’antisemitismo di matrice razziale. Dunque è antisemita chi
contesta lo Stato ebraico in quanto tale, nel suo diritto di esistere.
Attraverso Internet si diffonde una nuova forma di
odio per gli ebrei, spiega il francese Michel Wieviorka, dovuta all’esistenza
dello Stato di Israele, nei paesi arabo-musulmani ma anche all’interno delle
società europee (...)
A questo link, la recensione completa di "Il nemico innocente - L'incitamento all'odio nell'Europa contemporanea", a cura di Milena Santerini (Guerini & Associati)
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