mercoledì 9 gennaio 2019

"Neofascismi", di Claudio Vercelli

Alla caduta del regime, i fascisti “esuli in Patria” devono subito misurarsi con il problema della legalità repubblicana. La guerra fredda e l’impellente necessità di contrastare i comunisti, determinano il prevalere della linea moderata e parlamentare, con la nascita del Movimento sociale italiano. Una scelta che certo non può appagare le correnti più schiettamente anti-democratiche dei reduci di Salò.
(...) Anche Almirante, che succede a Michelini, sembra privilegiare la scelta atlantica, l’anticomunismo, la borghesia della “maggioranza silenziosa”. Rauti rientra nel Msi, ma di nuovo si viene formando una frazione di destra più radicale. I giovani neofascisti guardano a Franco Freda, ad Adriano Tilgher che fonda Avanguardia Nazionale, a Paolo Signorelli che dà vita a Terza Posizione. E’ la lunga stagione delle bombe, della violenza, della lotta armata. L’apice del terrorismo nero è rappresentato dallo “spontaneismo armato” dei NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari) responsabili di ben 33 omicidi in cinque anni. Poi la violenza si placa.
(...) Oggi sono cambiate le sigle, ma la destra neofascista rinasce sempre dalle sue ceneri: Forza Nuova e Casa Pound sono le due aggregazioni maggiori, entrambe caratterizzate da omofobia e antisemitismo, fortemente connessi a una visione ossessiva della difesa razziale. Ora l’estrema destra “riveste i panni di un nuovo plebeismo e ambisce a rappresentare il territorio sociale dell’esclusione”.
A questo link, la recensione completa di "Neofascismi", di Claudio Vercelli (Edizioni del Capricorno) pubblicata sul quotidiano Il Foglio di oggi.

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