venerdì 21 aprile 2017

"Dio mio, grazie"

Dio non è perfetto. Nasce da un’insanabile contraddizione teologica il settimo e ultimo libro di Bernard Malamud (1914-1986) una storia “biblica” come poche altre, una distopia tutta ebraica intessuta di aneddoti e parabole, metafore e simbolismi. (...)

“Ecco qui Calvin Cohn, unico uomo rimasto sulla Terra, che insegna a delle scimmie la storia dei fallimenti umani. Suo padre il rabbino, che riposi in pace, avrebbe approvato di certo”.

Apparso la prima volta negli Stati Uniti nel 1982, “Dio mio, grazie” è considerato un importante punto di riferimento nell’ambito della letteratura ebraica americana. 

A questo link, la mia recensione completa di "Dio mio, grazie", di Bernard Malamud (minimum fax) pubblicata su Il Foglio di mercoledì 19 aprile.

http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=8&sez=120&id=66061

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