martedì 8 novembre 2016

“Entriamo nel merito! Entriamo nel merito!”. E poi…

Voto Sì al referendum, sia per valutazioni di ordine politico generale, sia per un giudizio positivo sulla riforma costituzionale. Ogni volta che sottolineo le mie ragioni politiche, i sostenitori del No si inalberano: "STIAMO VOTANDO UNA RIFORMA COSTITUZIONALEEEE...!!!". E ogni volta che affronto la riforma, ne faccio lo spezzatino, la esamino punto per punto, e cerco di spiegare le ricadute positive dell'uno o dell'altro aspetto, gli stessi sostenitori del No mi spiegano che la loro contrarietà è sulla riforma “nel suo complesso”, non su questo o quel singolo punto di cui parlo, sul quale - magari a denti stretti - sarebbero anche disposti a dirsi d'accordo con me.
Oppure non rispondono nulla, perché non sanno cosa dire. Forse non conoscono neanche tanto bene il testo, non hanno fatto la fatica di studiarlo come invece ho fatto io, povero ingenuo. Ho partecipato a discussioni davvero surreali, su facebook. Personalità anche autorevolissime mi hanno dimostrato – con i loro post – di non conoscere affatto la materia oggetto del contendere.
Per esempio, qui nel mio blog ho dimostrato, cifre alla mano, che non è affatto vero che con questa riforma, abbinata alla legge elettorale, "il governo potrà eleggere il Presidente della Repubblica e i giudici costituzionali". Lo abbiamo sentito ripetere tutti un milione di volte, eppure E’ FALSO. E’ una tesi priva di qualsiasi fondamento, giuridico, politico e anche semplicemente aritmetico.
Ho anche scritto delle garanzie maggiori, e non minori, che la riforma garantisce alle opposizioni parlamentari; della limitazione alla decretazione d'urgenza, dei disegni di legge governativi “a data certa”, del "giudizio preventivo di costituzionalità" sulle leggi elettorali. Niente da fare. Di fronte ad argomenti precisi, a un’analisi approfondita del testo, i sostenitori del No non sanno cosa dire: o inveiscono, o tacciono.

Nei prossimi giorni parlerò dei risparmi che la riforma comporta, ma soprattutto del nuovo Senato.

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