Qui di seguito, la mia recensione di L'onesta bugiarda, di Tove Jansson (Iperborea) pubblicata sul quotidiano Il Foglio di mercoledì 10 dicembre.
“Non
ho mai incontrato nessuno che sia così spaventosamente – e lo dico nel vero
senso della parola – così spaventosamente onesto come voi”.
Finlandese
ma di lingua svedese, disegnatrice dei famosi personaggi a fumetti Mumin noti
in tutto il mondo, Tove Jansson (1914-2001) è autrice anche di alcuni romanzi
di successo, fra cui questo breve ed enigmatico L’onesta bugiarda,
caratterizzato dalla compresenza di due figure femminili, Katri e Anna, che in
realtà rispecchiano entrambe aspetti diversi e complementari della poliedrica
personalità dell’autrice.
Teatro
degli avvenimenti è un piccolo e gelido paese dell’estremo nord scandinavo,
dove nevica da oltre un mese. Tutto si svolge in un’atmosfera ovattata, in cui
i personaggi si muovono con fatica e anche i rapporti umani sembrano imprigionati
nel ghiaccio.
Katri
è una donna giovane e dura, che conduce una vita grama. Dopo la morte dei
genitori, convive in una misera stanza con il fratello quindicenne, nei
confronti del quale è vigile e protettiva. I due abitano sopra l’emporio del
paese, lei si guadagna da vivere con piccole commissioni. Gli abitanti nutrono
nei suoi confronti una sorta di timore riverenziale: la sua intelligenza e
precisione nei conti sono indiscutibili, ma i suoi grandi occhi gialli mettono
a disagio. Katri ha un volto “largo e impassibile che non esprime nulla”, e un
sorriso “rapido e inquietante, che lampeggia come una luce al neon, per subito
spegnersi”. I bambini del posto, il cui istinto naturale è infallibile, le
gridano dietro: “Strega! Strega!“.
Anna,
da un altro lato, è molto più anziana e un po’ svampita. Vive in una villetta
isolata, è timorosa, esce di rado, passa il tempo a disegnare storie per
bambini che hanno per protagonisti dei conigli (facile ravvisare in questi
tratti l’intento autobiografico dell’autrice).
Quando
Katri riesce subdolamente a convincere Anna di accogliere in casa sua lei e il
fratello, le due personalità femminili entrano inevitabilmente in contrasto.
Anna è disordinata e accumulatrice, Katri si sbarazza sbrigativamente di una
catasta di vecchi mobili inutili, dal valore unicamente affettivo. Anna è
incapace di amministrarsi, Katri prende in mano la contabilità della casa e i
rapporti con gli editori. Katri è drastica, risoluta e manipolatrice, le deboli
rimostranze di Anna non la fermano, anzi agisce come mossa da avidità e con un
oscuro tornaconto. Quale astuto progetto sta orchestrando Katri, ai danni della
debole e facilmente ingannabile padrona di casa?
L’onesta bugiarda è un romanzo psicologico, con dialoghi brevi dal ritmo sincopato. Arianna Bonazzi, nella postfazione, lo definisce “sottile e tagliente come una scheggia di ghiaccio”.
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