martedì 2 maggio 2017

Renzi rilegittimato nella leadership

Matteo Renzi esce politicamente rafforzato da queste primarie, poiché è stato rilegittimato nella leadership del suo partito. Questo è un fatto obbiettivo, una semplice constatazione - non un giudizio. Un milione e 850 votanti sono un buon risultato, certo inferiore a quello del 2013, ma pur sempre un livello di partecipazione notevole, di tutto rispetto.
Sicuramente in Italia nessun altro partito o movimento, a parte il PD, è in grado di garantire un processo democratico di questa portata. Non certo Beppe Grillo e il suo Movimento 5 Stelle, fautore di un modello organizzativo autoritario, verticistico e chiuso al suo interno, e di una visione totalitaria e pericolosa della società. Per non parlare di Berlusconi e di Forza Italia, partito letteralmente "inesistente", formato da generali senza esercito e da sottufficiali senza truppa.
Su questo tutti dovrebbero riflettere e pronunciarsi seriamente, invece di assumere atteggiamenti sprezzanti e irrisori, rivelatori di malcelata rabbia e di spocchia invidiosa. Non bastano i commentini e le battutine su facebook.
Complimenti e auguri a Orlando ed Emiliano, che hanno accettato la competizione e hanno espresso le loro critiche. Pur avendo perso, hanno dimostrato di rappresentare una minoranza che mantiene un certo spazio e una sua ragione di esistere, all'interno del PD.
Chi esce invece letteralmente con le ossa rotte, da queste primarie, sono gli scissionisti, che hanno praticato con ostinazione una politica deleteria e malevola e hanno voluto una rottura inutile. Dopo tanto baccano, si ritrovano con un pugno di mosche in mano. Faranno la fine di Rifondazione Comunista, e gli sta bene.
Spero che Giuliano Pisapia, che ha una storia diversa, faccia scelte diverse.

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